Negli ultimi anni gli investimenti aziendali diretti a finanziare il welfare sono cresciuti, e la sua erogazione è attualmente uno degli strumenti più efficaci per migliorare la propria immagine aziendale, promuovere best pratices tra i dipendenti e fidelizzarli.
Tra i vari benefit che rientrano nei fringe e nei flexible benefit welfare, tra i più apprezzati troviamo il welfare sanitario aziendale o meglio l’assistenza sanitaria integrativa. L’introduzione di una copertura sanitaria è un grande aiuto per le i dipendenti e le loro famiglie che potrebbero trovarsi, nel corso della loro vita, a dover fare visite o cure al di fuori dal sistema sanitario nazionale.
Continua a leggere per saperne di più sul welfare sanitario aziendale e sulla polizza sanitaria integrativa: come funziona, limiti di esenzione e molto altro.
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Indice
Welfare aziendale e welfare sanitario: assistenza sanitaria integrativa cos’è
Il welfare sanitario aziendale nello specifico si riferisce a tutte le forme di assicurazione integrativa sanitaria, o mutua sanitaria integrativa, erogabile attraverso la normativa del welfare aziendale e dunque dei flexible benefit.
Vantaggi del welfare aziendale per aziende e dipendenti
Per i dipendenti aderire alle forme di assistenza sanitaria erogate dall’azienda e messe a disposizione della forza lavoro, significa avere diritto, a seconda dell’ente, a varie prestazioni sanitarie nei centri o ospedali convenzionati. Solitamente è il rimborso diretto o indiretto, a seconda della modalità scelta e dall’ente di assistenza sanitaria integrativa che lo eroga.
- Miglioramento dell’immagine aziendale;
- Maggiore employee retention;
- Fidelizzazione della forza lavoro;
- Attrazione di talenti giovani;
- Meno assenteismo;
- Performance migliori.
Normativa fiscale flexible benefit: sanità integrativa limiti di esenzione
La normativa fiscale del welfare aziendale è complessa e il riferimento è all’art. 51, comma 2, lett.a) del TUIR approvato con D.P.R. 22/12/86 n. 917 e successive modifiche. Per quanto riguarda nello specifico la normativa sull’assicurazione sanitaria integrativa, il TUIR prevede che non concorrano a formare reddito da lavoro dipendente:
“i contributi previdenziali e assistenziali versati dal datore di lavoro o dal lavoratore in ottemperanza a disposizioni di legge; i contributi di assistenza sanitaria versati dal datore di lavoro o dal lavoratore ad enti o casse aventi esclusivamente fine assistenziale in conformità a disposizioni di contratto o di accordo o di regolamento aziendale, che operino negli ambiti di intervento stabiliti con il decreto del Ministro della salute di cui all’articolo 10, comma 1, lettera e-ter), per un importo non superiore complessivamente ad euro 3.615,20.”
Dunque se il datore di lavoro mette a disposizione un piano sanitario welfare flexible benefit che rispetta le norme fiscali del welfare aziendale, i dipendenti che ne usufruiscono possono ricevere il rimborso delle spese mediche sostenute. Ciò in base al tipo di contrattazione e di ente con cui viene stipulata la convenzione.
Secondo la norma inoltre i contributi di assistenza sanitaria complementare o integrativa sono deducibili fino alla soglia massima di 3.615,20 euro annui e per dipendente.
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