Con il termine “welfare”, soprattutto nella declinazione di “welfare aziendale”, si intende quell’insieme di iniziative volte al miglioramento della vita lavorativa e privata dei lavoratori. In altre parole, l’azienda fornisce beni e servizi a sostegno dei dipendenti che vedono aumentato il proprio potere di acquisto e il proprio benessere a tutto tondo.
Perché attivare politiche di welfare in azienda
Il concetto di welfare, al contrario di quello che si può pensare, non è un concetto nuovo. Le aziende infatti hanno iniziato ad attuare politiche di welfare aziendale fin dal ventesimo secolo, nel periodo immediatamente successivo alla seconda guerra mondiale. I datori di lavoro avevano intuito che fornire beni e servizi ai propri dipendenti non fosse un gesto fine a sé stesso ma di grande valore per l’azienda stessa.
Fare in modo che i dipendenti siano più felici della propria vita privata e lavorativa li rende immediatamente più inclini al team working, al compromesso e, ovviamente, anche più produttivi. Erogare beni e servizi che fanno risparmiare tempo e denaro ai lavoratori significa scatenare una reazione a catena per cui anche l’azienda che li impiega risparmierà tempo e denaro. L’introduzione di politiche di welfare in azienda è in grado di generare, quindi, un circolo virtuoso che garantisce benefici a tutte le parti coinvolte.
Welfare e i Flexible Benefit
In un primo momento il welfare aziendale comprendeva solo servizi forniti dall’azienda stessa, come ad esempio nel caso Olivetti, dove l’azienda ha fornito servizi di asilo per i figli dei propri dipendenti. Al giorno d’oggi, invece, le aziende sono più inclini a scegliere i flexible benefit come forma di welfare da erogare ai propri dipendenti. Ciò dimostra anche come le iniziative di welfare si siano drasticamente evolute dall’idea embrionale da cui era partita la Olivetti in Italia.
I flexible benefit sono un’integrazione al reddito base e ciò significa prima di tutto che sono esenti da imposte e contributi. L’adozione di questo tipo di soluzione incrementa il potere d’acquisto dei dipendenti che potranno, senza troppi vincoli, scegliere i beni e servizi più adatti alle proprie esigenze. Negli ultimi anni questa forma di welfare aziendale è stata incentivata dalle numerose agevolazioni fiscali che permettono anche ai datori di lavoro di risparmiare notevolmente, pur garantendo un’erogazione ottimale dei benefit.
A livello legale, la normativa che regola questo tipo di welfare è l’Articolo 51 del Testo Unico delle Imposte sui Redditi (T.U.I.R.), con una seguente specifica data dall’Agenzia delle Entrate con Circolare n. 28/E del 15/06/2016 e Circolare 5/E del 29/03/2018.
Da notare che anche per tutto il 2021 la soglia dell’esenzione è stata raddoppiata: da 258,23 euro a 516,46 euro.
Welfare: i vantaggi per le aziende
In poche parole per le aziende erogare flexible benefit significa migliorare notevolmente il life-work balance dei propri dipendenti. Ciò migliorerà sensibilmente la motivazione e l’interesse dei lavoratori rendendoli più produttivi. Ma non solo, anche il clima aziendale né trarrà un beneficio tangibile, in quanto le persone saranno meno stressate, più rilassate e in generale più soddisfatte, poiché considerate e premiate.
In questo senso le politiche di welfare giocano un ruolo fondamentale nella crescita delle aziende e nella loro ripartenza in un momento così difficile per tutti. Non a caso, al welfare aziendale è stato attribuito un ruolo di assoluta importanza nella ripartenza economica post-covid.
L’influenza del welfare aziendale però non si limita a questi benefici: un altro fattore positivo da menzionare è il ritorno di immagine che deriva dall’erogazione di tali flexible benefit: migliorare la vita dei propri dipendenti infatti non solo ridurrà il turnover, ma renderà anche più attraente l’azienda nei confronti di nuovi e giovani talenti.
Cosa rientra nel welfare
Vediamo adesso alcuni esempi di prestazioni e beni che rientrano nel welfare:
- Rimborsi per il carburante
- Abbonamenti e biglietti per i trasporti pubblici
- Accesso a mutui o prestiti
- Servizi di assistenza per anziani o persone non autosufficienti
- Agevolazione sulle rette di asili nido
- Assistenza sanitaria integrativa
- Altre polizze integrative
- Rimborsi scolastici
- Rimborsi sul servizio di baby-sitting
- Buoni acquisto per i supermercati
- Buoni regalo per lo shopping
- Corsi di formazione
- Corsi di lingua
- Abbonamenti per il cinema o per il teatro
- Attività sportive e per il benessere personale
Per realizzare un piano di welfare aziendale che sia ottimizzato per i bisogni dei propri dipendenti e che generi risparmio per l’azienda, il primo passo è sicuramente un’analisi dei punti deboli e dei punti di forza dell’azienda. In tal modo, si potranno capire le vere necessità dei lavoratori e quindi implementare i giusti benefit di conseguenza.
Un piano di welfare deve essere progettato su misura dell’azienda e può anche arricchire misure di welfare aziendali precedentemente adottate. La cosa importante è il dialogo e la comunicazione tra titolari e lavoratori. In questo senso l’azienda può scegliere se organizzare un piano in maniera indipendente oppure collaborare con i sindacati.
Dopo aver selezionato quali tipi di benefit l’azienda vuole offrire, è necessario informarsi sui fornitori di tali servizi, contattarli e richiedere un preventivo. Attraverso l’uso del portale di Top Partners ad esempio, si ha la possibilità di accedere ad offerte vantaggiose sui migliori fornitori e ricevere assistenza durante la richiesta.
Per quanto riguarda alcuni tra i leader di mercato che propongono offerte di welfare aziendale troviamo:
- Edenred con i buoni regalo Ticket Compliments
- Up Day con i Cadhoc
- TBS con la carta virtuale multifunzione TBS Pays
- Happily con il piano di welfare sostenibile Bee Happily
- Pandry con i regali aziendali Pandry
- Foorban che rende la pausa pranzo più sana e gustosa
- IVS con i distributori automatici di bevande e snack