Buoni welfare dove spenderli: una panoramica

buoni welfare dove spenderli: una panoramica

Il mondo del welfare aziendale è una realtà in forte crescita.

Imprese, aziende e datori di lavoro hanno capito l’importanza di adottare dei piani di welfare: una soluzione win-win che fa felice sia i dipendenti, che potranno beneficiare di iniziative e servizi a loro dedicate, e sia gli stessi datori di lavoro, che potranno implementare questi beni e servizi in modo defiscalizzato, detraibile e consentendo di ridurre i costi del personale.

Se i vantaggi del welfare aziendale sono sotto gli occhi di tutti, sia per i dipendenti che per i datori di lavoro, però, l’unico dubbio che rimane è: buoni welfare dove spenderli. Scopriamolo.

Buoni welfare dove spenderli: raddoppia il tuo potere d’acquisto

La notizia è fresca e può rivoluzionare la realtà del welfare aziendale: per l’anno fiscale 2021 raddoppia il tetto massimo dei fringe benefit. Il 19 maggio 2021 è stato approvato in Parlamento il Decreto Sostegni che, insieme ad un cospicuo pacchetto di manovre, prevede che l’importo spendibile in fringe benefit aumenti da 258,23€ a 516,46€.

Il welfare aziendale sta giocando un ruolo fondamentale nella ripresa economica dell’Italia dopo il covid. Le agevolazioni in azienda hanno un comprovato effetto benefico sia sulla vita privata dei dipendenti che sulla loro vita lavorativa (e di riflesso sulla loro produzione di lavoro).

Un raddoppio del potere d’acquisto vuol dire una maggiore scelta di servizi da cui attingere (sia per il datore di lavoro che eroga il welfare che per il dipendente che spende il welfare lo spende) e, potenzialmente, un migliore work-life balance. Il raddoppio dei fringe benefit è una delle grandi novità del welfare aziendale 2021.

Una breve storia normativa sui buoni welfare

I buoni welfare sono stati introdotti con la legge di stabilità 2016 con l’obiettivo di facilitare il sistema di erogazione di beni e servizi aziendali.

Così come il welfare è una situazione win-win per dipendenti e datori di lavoro, anche i buoni welfare seguono questa logica: con i buoni welfare i dipendenti accedono ai servizi in modo semplice, intuitivo e digitale. Allo stesso tempo, le imprese possono organizzare l’erogazione di welfare in modo più preciso e composto, che, in ultima analisi si traduce in un risparmio sia di tempo che di costi gestionali.

La normativa che regola i buoni welfare è il comma 3 bis dell’articolo 51 del TUIR (il Testo Unico delle Imposte sui Redditi)

Buoni welfare dove spenderli: un aiuto alle PMI

L’utilizzo di buoni welfare, implementati con la summenzionata legge di stabilità 2016 si rivela particolarmente utile per le piccole e medie aziende: con i buoni welfare le PMI possono strutturare piani di welfare (anche discretamente articolati) garantendo al dipendente l’utilizzo di voucher e buoni elettronici per usufruire dei servizi messi a disposizione dai piani di welfare, spesso tramite portali dedicati.

Un’azienda che specialmente aiuta le PMI nell’adozione di un piano welfare è l’italianissima Happily. Questa società ha implementato nella sua mission aziendale il concetto di welfare territoriale, dove cioè si vuole creare una rete commerciale e di contatti nelle vicinanze del posto di lavoro e delle abitazioni dei dipendenti, così da valorizzare le imprese del territorio (in Italia le piccole imprese rappresentano la netta maggioranza delle attività).

Happily ha inoltre introdotto il progetto di sostenibilità aziendale BEE Happily, un percorso dove viene chiesto alle aziende di selezionare 3 dei macro-obiettivi (tra i 17 disponibili) identificati dalla 2030 agenda, per rendere la produzione della propria azienda più sostenibile, green e smart.

Come accedere ai benefit e ottenere i buoni welfare

Sviluppare e mettere in moto un piano di welfare aziendale è semplice. Qualora un’azienda volesse riconoscere ad ogni dipendente e collaboratore un welfare “on top” (ovvero aggiuntivo alla retribuzione standard) oppure un premio di produttività, questo importo destinato al welfare aziendale non è soggetto a tassazioni, né per l’azienda né per il dipendente.

Tra questi importi detassati rientrano i fringe benefit, dove cioè non è prevista alcuna tassazione entro il limite di spesa di 516,46 €.

Per quanto riguarda invece l’importo massimo del premio di risultato fino al quale non sono previste tassazioni è di 3000 €; questo purchè il reddito annuo del lavoratore non superi gli 80.000€ 

Buoni welfare dove spenderli: i servizi garantiti e i fornitori a cui rivolgersi

Tante società in Italia forniscono buoni e servizi per il welfare aziendale. Con molte ci si può interfacciare tramite un portale dedicato proprietario dell’azienda specifica.

Tra i servizi messi a disposizione nei piani di Welfare aziendale figurano:

  • Assistenza sanitaria;
  • Incentivi per servizi di trasporto (pubblico e privato);
  • Istruzione (libri, rette scolastiche);
  • Assistenza a familiari anziani e/o non autosufficienti;
  • Fringe Benefit (che comprendono anche buoni carburante, buoni regalo, buoni spesa, buoni acquisto);
  • Mutui e Finanziamenti;
  • Tempo libero (abbonamenti a palestre e cinema; viaggi)

Tramite Top Partners è possibile rivolgersi a questi fornitori per richiedere soluzioni di welfare aziendale:

 

Si pone molta enfasi sul buono regalo poiché è la formula di welfare più flessibile, adattabile e generalmente accettata: con un buono regalo è possibile fare la spesa, comprare prodotti di vario genere (per la persona, per la casa, per il tempo libero) presso i negozi convenzionati.

E’ facile da richiedere per il datore di lavoro ed è facile da usare per il dipendente o collaboratore che ne beneficia. I buoni welfare sono erogabili anche ai dipendenti in smart working.