Settimana lavorativa 4 giorni: pro e contro per aziende

Tutte le conseguenze della settimana lavorativa da 4 giorni per imprese e dipendenti

Settimana lavorativa 4 giorni

Negli ultimi anni il mondo del lavoro ha subito grandi cambiamenti. Con la pandemia, ad esempio, lo smart-working è diventato prima una costrizione e poi una normalità. Oggi è addirittura un benefit irrinunciabile per molti. La rivoluzione del telelavoro ha inoltre fatto da apriporta ad altre discussioni sulle modalità e sui tempi di lavoro del mondo moderno. Come, ad esempio, la questione sulla settimana lavorativa di 4 giorni.

Alcuni paesi, infatti, si sono chiesti se una settimana lavorativa di 4 giorni potesse essere la risposta all’insoddisfazione generale dei lavoratori. Forse il modo in cui abbiamo gestito la settimana lavorativa nell’ultimo secolo non è più adatto alle necessità sia delle aziende ma soprattutto dei lavoratori.

Ma quali sono i vantaggi e gli svantaggi di una riduzione dell’orario settimanale? A che punto siamo in Europa e in Italia? Risponderemo a tutte queste domande nei prossimi paragrafi. Se non vuoi perderti nessuna novità in ambito business iscriviti alla newsletter.

Indice

Settimana lavorativa 4 giorni: cosa significa

Per settimana lavorativa da 4 giorni si intende una riduzione dell’orario settimanale che passa da 40 a 32 ore. Tale riduzione avviene facendo lavorare le persone non più 5 giorni a settimana ma 4. Tale modifica però, per essere considerata virtuosa, deve necessariamente accompagnarsi al mantenimento dello stipendio iniziale.

Come si è arrivati a parlare di riduzione dell’orario settimanale?

Durante il ventunesimo l’orario di lavoro giornaliero e settimanale è progressivamente aumentato. Per molti lavoratori poi con la pandemia questo fenomeno è diventato ancora più impattante. Colpa anche il lavoro da remoto che ha reso il confine tra vita privata e vita lavorativa più labile. Molti dipendenti si sono dunque trovati in situazioni di burn out e stress talmente elevato che hanno trovato come unica uscita il licenziamento. Come si intuisce, il malcontento generale ha alimentato le conversazioni sulla settimana corta.

Soprattutto i lavoratori più giovani, i millennials, hanno dimostrato crescente interesse per questo tema. Si stima infatti che questa generazione sia decisamente più attenta al work-life balance di tutte le generazioni più adulte di loro. Dato che entro il 2025 il 75% della forza lavoro sarà composta da millennials, è importante che le aziende (e lo stato) ascoltino le loro proposte e rispondano alle loro necessità.

Riduzione settimana lavorativa in Europa

In alcuni paesi europei e anche extra europei la settimana corta è già stata ampiamente sperimentata e spesso definita “un enorme successo”.

Uno dei primi paesi in cui è stata sperimentata questa nuova modalità di lavoro è l’Islanda. Paese già all’avanguardia per altre iniziative di welfare aziendale e statale. La prova della settimana corta è durata dal 2015 al 2019. Vi hanno preso parte più o meno 2500 dipendenti che a periodi alternati hanno ridotto le proprie ore lavorate da 40 a 35. Questo ovviamente senza una riduzione nella busta paga.

Anche in Giappone nel 2019, Microsoft, ha sperimentato, con successo, una riduzione dell’orario lavorativo. Contemporaneamente hanno sperimentato anche una riduzione nel numero di riunioni effettuate tutti i giorni.

Per questo nuovo anno, il 2022, sono previsti altri test a livello europeo. Ciò grazie all’impegno dell’Irlanda e soprattutto della Spagna che prevede di ridurre il cumulo di ore lavorate da 40 a 32.

Settimana lavorativa 4 giorni Italia: a che punto siamo

Sarebbe possibile pensare di implementare un’organizzazione lavorativa del genere anche in Italia? Il panorama politico e gestionale attuale non sembra favorevole. Secondo molti studi, infatti, l’Italia è tra i paesi europei che lavorano più ore a livello settimanale. Ma questo non si nota nei dati sulla produttività dei dipendenti, nel loro potere d’acquisto o nella loro soddisfazione.

Lavorare di più, come durante la settimana lavorativa di 40 ore, non risulta né benefici per le aziende, né benefici per i dipendenti. Un discorso approfondito sulla diminuzione dell’orario lavorativo dovrebbe entrare in politica e nelle aziende. Nonostante ciò, alcune aziende virtuose, come la Awin Italia e la Carter & Benson, hanno già ridotto l’orario settimanale dei propri dipendenti con risultati positivi.

Tutti i vantaggi e gli svantaggi della settimana lavorativa corta per aziende e lavoratori

Elenchiamo adesso i pro e i contro dell’azione della settimana corta anche in Italia.

Vantaggi della settimana lavorativa ridotta

  • Incremento della produttività e della competitività: i lavoratori essendo meno stressati riescono a conciliare meglio casa e lavoro. Ciò risulta in una maggiore dedizione al lavoro e dunque una maggiore produttività.
  • Maggiore soddisfazione e motivazione: dato il ridotto carico di ore spese per il lavoro, la motivazione e la soddisfazione generale aumenteranno. Le persone avranno più tempo da dedicare alla famiglia, agli amici, agli hobby e saranno più inclini a mostrare riconoscimento all’azienda.
  • Aumento dell’employer branding e talent retention: dati i punti precedenti l’employer branding crescerà e aumenterà anche la voglia dei dipendenti migliori di restare in azienda. Non solo, si riusciranno ad attirare anche i giovani più meritevoli. Ciò incrementerà la competitività dell’azienda sul mercato.
  • Maggiore equità nelle aziende: un work-life equilibrato permette a tutti di avere opportunità simili. Tale modalità di lavoro consentirà maggiore inclusione ed equità nella distribuzione delle risorse e nell’accesso a cariche manageriali. In questo campo l’azienda può anche pensare di ingaggiare un diversity manager o erogare welfare aziendale.

Svantaggi della settimana lavorativa da 4 giorni

  • Costi più alti per le aziende: alcuni settori, come il manifatturiero o la sanità, non possono ridurre l’orario di lavoro dei propri dipendenti senza assumerne altri. Questo è un dato di fatto che all’apparenza può sembrare negativo, ma che in realtà potrebbe risolvere il crescente tasso di disoccupazione.
  • Resistenza da parte di alcuni dipendenti: alcuni tra i dipendenti potrebbero non voler ridurre il proprio monte ore per preservare il proprio status. Tale questione risulterebbe di difficile gestione per l’azienda che dovrebbe stanziare risorse per comunicare correttamente il nuovo paradigma. Inoltre dovrebbe fare formazione sui nuovi modelli e valori della società.
  • Rischio di aumentare le disuguaglianze tra settori: come si accennava nel primo punto, alcuni settori avranno più difficoltà di altri ad adeguarsi a questo potenziale cambiamento. Con l’implementazione della settimana lavorativa da 4 giorni si potrebbero esacerbare delle differenze e disuguaglianze già abbastanza evidenti.