Welfare aziendale interessi mutuo: rimborso interessi passivi

Rimborso mutuo interessi passivi con il welfare aziendale: come avere il rimborso mutuo prima casa e seconda casa

Welfare aziendale interessi mutuo

L’acquisto della prima casa è un momento importante nella vita delle persone. Il mutuo però può essere una spesa difficile da sostenere nel tempo. Fortunatamente, per coloro che possono usufruire del welfare aziendale, c’è la possibilità di poter richiedere un rimborso sugli interessi passivi del mutuo sulla casa.

Come previsto dalla normativa vigente su welfare aziendale interessi mutuo (Art. 51 comma 4 del TUIR), si può assoggettare a tassazione solo il 50% della differenza tra gli interessi (a tasso ufficiale di sconto per anno) e gli interessi calcolati sul tasso sugli stessi. In caso il regolamento aziendale lo preveda, il lavoratore può utilizzare il proprio credito welfare per questo scopo.

In questo articolo esploreremo la normativa fiscale su welfare aziendale interessi mutuo e i vantaggi per dipendenti e aziende.

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Indice

Normativa fiscale sul welfare aziendale: recupero interessi passivi mutuo

Nel testo unico che legifera in materia di benefit welfare, all’articolo 51 viene espresso il regime per la concessione di mutui, prestiti e finanziamenti ai propri dipendenti. La norma prevede che:

“in caso di concessione di prestiti si assume il 50 per cento della differenza tra l’importo degli interessi calcolato al tasso ufficiale di sconto vigente al termine di ciascun anno e l’importo degli interessi calcolato al tasso applicato sugli stessi”

Tale regime viene applicato sia che sia l’azienda stessa ad erogare il prestito, sia che esso venga erogato da terzi. Tali enti terzi non devono necessariamente essere convenzionati come specificato dall’Agenzia delle Entrate nel 2010. Tuttavia bisogna rispettare alcuni criteri:

  • L’erogazione della somma da parte dell’azienda e il pagamento degli interessi mutuo passivo da parte dei dipendenti devono poter essere immediatamente riconducibili.
  • L’importo che l’azienda corrisponde non deve entrare nella disponibilità dei lavoratori.
  • L’azienda e il datore di lavoro devono inviare all’istituto di credito scelto dal dipendente l’informativa riguardante il contributo aziendale.
  • Il dipendente deve attestare la regolarità nei pagamenti all’ente di credito.
  • Il contributo aziendale deve essere necessariamente annotato nel modello CUD e nel modello 770.

Utilizzare il credito welfare per il rimborso interessi mutuo

Nelle aziende che lo permettono da regolamento, i dipendenti possono utilizzare il proprio credito welfare per recuperare interessi mutuo. Interessi passivi mutuo cointestato: nel caso il mutuo fosse cointestato, si nota che può essere rimborsata solo la parte di competenza del lavoratore.

Welfare aziendale interessi mutuo: come funziona

Nel concreto, quando si parla di welfare aziendale e interessi muto, si parla di un rimborso e non di un pagamento diretto. Ciò significa che è l’azienda che si fa carico degli interessi passivi, ma è il lavoratore deve in primo luogo essere regolare con i pagamenti all’ente creditore.

Il mutuo, per essere rimborsabile con il welfare aziendale, deve essere finalizzato all’acquisto o alla ristrutturazione della prima casa o della seconda casa. In alternativa anche l’acquisto di un’auto può rientrare nei costi rimborsabili dall’azienda.

Ricordiamo che il rimborso può avvenire solo per gli interessi passivi. Ma cosa sono gli interessi passivi? Gli interessi passivi sono una parte delle rate previste dal piano di ammortamento. La quota degli interessi passivi dipende dal tipo di interesse, dal sistema di ammortamento scelto, dal capitale concesso in prestito, dalla durata del rimborso e dal tasso di interesse.

I vantaggi per i dipendenti sui mutui passivi

I dipendenti che hanno appena acquistato la loro prima casa (o la seconda) o che la stanno ristrutturando avranno sicuramente molte spese a cui far fronte. Richiedere il recupero interessi mutuo prima casa dunque è un benefit vantaggioso.

I vantaggi ci sono poi anche dal punto di vista fiscale per il rimborso, usufruendo del credito welfare, è del 100%. Mentre, scegliendo il rimborso mutuo 730, si decide di detrarre gli interessi dalla dichiarazione dei redditi e la detrazione IRPEF è del 19% e fino a 4.000€.

La normativa fiscale prevede però che quando il TUR, cioè il Tasso Ufficiale di Riferimento, supera i 258,13€ (soglia dei fringe benefit), tutto sia considerabile reddito. La parte che eccede tale soglia è soggetto a tassazione.

I dipendenti dunque, per massimizzare il risparmio dovrebbero utilizzare il loro credito fino alla soglia di esenzione stabilita e inserire nella dichiarazione dei redditi il restante.

I vantaggi del welfare per le aziende

Per le aziende erogare benefit welfare significa migliorare la qualità della vita dei dipendenti e dimostrare concretamente di sostenere le proprie risorse.
Non solo, il welfare soprattutto se connesso a finanziamenti e mutui, è un’ottima strategia di employer branding e employee retention. I benefit welfare rendono più attraente un posto di lavoro sia per i giovani talenti che stanno entrando nel mondo del lavoro sia per chi è da tempo nell’azienda.