Welfare aziendale e rimborso spese scolastiche: come funziona?

Scopriamo quali sono le spese scolastiche detraibili o che possono essere rimborsate con il welfare

spese scolastiche detraibili 2023

Ogni anno, le famiglie italiane con figli in età scolare affrontano spese scolastiche significative. Questi costi, seppur necessari, possono mettere a dura prova l’economia familiare. Fortunatamente, nell’ultimo periodo, un numero crescente di aziende ha riconosciuto l’importanza di sostenere i propri dipendenti in questo ambito attraverso il welfare aziendale. Le imprese, infatti, stanno offrendo contributi sempre più significativi, sostenendo sia la genitorialità con misure di flessibilità lavorativa che offrendo – direttamente o tramite convenzioni – facilitazioni come asili nido, scuole materne e attività del doposcuola.

Questi servizi di welfare aziendale, che coprono una vasta gamma di spese scolastiche, sono diventati una risorsa preziosa per molte famiglie, aiutandole a ridurre lo stress finanziario legato all’istruzione, migliorando la loro qualità della vita e, di conseguenza, aumentando la soddisfazione e la produttività dei dipendenti sul posto di lavoro.

Indice

Quali sono le spese scolastiche rimborsabili con il welfare aziendale

Il welfare aziendale è un sistema assistenziale rivolto ai dipendenti di aziende private e pubbliche. Non vige l’obbligo di erogarlo, a meno che questo non sia specificato nei CCNL di riferimento, ma i vantaggi sono indubbi anche per le aziende: minore turnover, maggiore produttività, migliore clima aziendale e aumento della fidelizzazione.

Il welfare gode di importanti sgravi fiscali e viene regolato dal TUIR (Testo Unico delle Imposte dei Redditi). All’interno di questo documento vengono specificati i beni e servizi che rientrano nel welfare ed anche i rispettivi massimali di esenzione. Relativamente alle spese legate alla scuola e all’istruzione il TUIR è chiaro sui beni e servizi che possono essere acquistati da lavoratori tramite il welfare. Vediamo qualche esempio di spese ammesse:

  • Rette d’iscrizione ad istituti scolastici riconosciuti (dall’asilo nido ai master post laurea);
  • Mense scolastiche;
  • Frequenza a corsi estivi, ludoteche ecc;
  • Iscrizione ai corsi per la patente di guida;
  • Abbonamento ai mezzi pubblici o per i servizi di scuolabus;
  • Corsi pre o post scuola;
  • Gite e viaggi d’istruzione;
  • Testi e libri scolastici e universitari;
  • Corsi di lingua in Italia o all’estero;
  • Tool digitali necessari per la DAD come PC o tablet.

Quali spese d'istruzione non sono rimborsabili con il welfare aziendale

Tra i beni e servizi non acquistabili o non rimborsabili con il welfare troviamo le lezioni private, il materiale di cartoleria come quaderni e penne, zaini o grembiuli. Il TUIR specifica che non sono ammessi a rimborso tutti quei beni materiali che non sono espressamente previsti dalla normativa (come PC, libri scolastici o tablet).

Normativa fiscale per i rimborsi spese scolastiche con il welfare aziendale

A regolare il welfare aziendale, per le spese legate alla scuola, è il TUIR (Testo Unico delle Imposte dei Redditi): il comma 2, lettera f-bis del TUIR si concentra sulle spese legate all’istruzione sostenute dai dipendenti per i loro familiari. Grazie alla risoluzione 326 dell’Agenzia delle Entrate del 1997, nel welfare aziendale sono inclusi benefit come borse di studio, libri di testo, corsi di lingua e rette scolastiche per istituti di ogni tipo, dall’asilo nido ai master post-laurea.

La Circolare del Ministero delle Finanze n. 238/E del 22 dicembre 2000 e la successiva Circolare n.28 del 15 giugno 2016 dell’Agenzia delle Entrate, hanno ampliato la gamma dei beneficiari dei servizi previsti dall’art. 51 TUIR, includendo familiari del dipendente indipendentemente dalla loro condizione fiscale o convivenza.

Le recenti Leggi di Bilancio hanno ulteriormente incentivato i benefit aziendali legati all’istruzione, coprendo tutti i livelli educativi, dalle scuole materne ai master post-laurea, e includendo anche i viaggi di studio all’estero. Considerando che i costi medi per l’istruzione di un figlio superano i 1.000 euro all’anno, è evidente come il welfare aziendale dedicato all’istruzione rappresenti non solo un investimento ma anche un significativo risparmio per i dipendenti.

Nei prossimi paragrafi risponderemo alle domande principali: chi può beneficiare del welfare aziendalei massimali di esenzione per le spese scolastiche ed anche le modalità di acquisto o rimborso dei servizi afferenti all’istruzione.

Chi può beneficiare del welfare aziendale

I destinatari dei servizi di welfare rispetto alle spese sostenute per motivi di istruzione sono tutti i familiari “indipendentemente dalla condizione di familiare fiscalmente a carico, di convivenza con il dipendente e di percezione di assegni alimentari non risultanti da provvedimenti dell’autorità giudiziaria”.

In breve, possono beneficiare del welfare aziendale rispetto all’acquisto di beni e servizi relativi alla scuola e all’istruzione il lavoratore dipendente e tutti i suoi familiari, anche non a carico e non conviventi, come figli, genitori, suocere, nuore, generi, fratelli e sorelle. A seconda del beneficiario le modalità di pagamento o rimborso saranno diversi. Nei prossimi paragrafi lo capiremo meglio.

Limiti di spesa e massimali di esenzione 2023 per i fringe benefit

Abbiamo visto come il welfare aziendale è una pratica sempre più diffusa tra le aziende, che offre ai dipendenti una serie di servizi e soluzioni al di fuori della retribuzione standard. Questi servizi, noti anche come “fringe benefit“, rappresentano un vantaggio sia per i dipendenti, che non vedono questi benefit concorrere al loro reddito, sia per le aziende, che beneficiano di deduzioni fiscali e di un miglioramento del clima aziendale.

Ma come funziona nella pratica? I dipendenti possono accedere a questi servizi attraverso voucher, documenti di legittimazione che permettono di usufruirne senza effettuare pagamenti anticipati. Questi voucher o ticket, intesi come buoni acquisto, shopping o gift card, possono essere utilizzati in una rete di strutture convenzionate, dando al dipendente una vasta gamma di opzioni. E non si tratta solo di istruzione tradizionale: grazie alla Risoluzione n. 37/E del 2021, sono inclusi anche dispositivi tecnologici come tablet e computer, essenziali per la didattica a distanza.

Nel 2023, c’è stata una significativa modifica riguardo ai limiti di spesa per questi benefit. Inizialmente, il limite era fissato a 258,23€ all’anno per dipendente. Tuttavia, questa soglia è stata poi innalzata a 3.000 euro per specifici fringe benefit ma destinati solo per i dipendenti con figli a carico. Superando questo limite, la somma viene assoggettata a tassazione ordinaria.

Rimborsi delle spese scolastiche e 730 dichiarazione dei redditi

Il welfare aziendale, però, offre ai dipendenti anche la possibilità di ottenere rimborsi per le spese scolastiche sostenute in precedenza. Questi rimborsi possono essere erogati direttamente dal datore di lavoro, a condizione che il dipendente presenti le ricevute di pagamento. Questa pratica è regolamentata sempre dall’art. 51, comma 2, lett. f-bis, TUIR, che stabilisce che tali benefit possono essere erogati sotto forma di rimborso, senza concorrere alla formazione del reddito del lavoratore.

Tuttavia, è fondamentale che le spese rimborsate non siano state precedentemente detratte nella dichiarazione dei redditi del dipendente. Questo perché la legge prevede che una spesa non possa godere sia del beneficio del rimborso tramite welfare sia della detrazione fiscale. Pertanto, se un dipendente ha ricevuto un rimborso totale delle spese scolastiche tramite il welfare aziendale, non potrà detrarre tali spese nella sua dichiarazione dei redditi. D’altra parte, se ha ricevuto solo un rimborso parziale, potrà detrarre solo la parte di spesa che è effettivamente rimasta a suo carico.

Detraibilità delle spese scolastiche 2023

Le spese sostenute per l’istruzione sono considerate meritevoli di agevolazioni fiscali. A seconda del tipo di istruzione e delle spese sostenute, esistono diverse detrazioni con un’aliquota sempre pari al 19%, ma con diverse basi imponibili. Ad esempio:

  • Detrazione per le rette dell’asilo nido: 19% su un importo massimo di 632 euro a figlio.
  • Detrazione per scuole dell’infanzia e scuole secondarie: 19% fino ad un massimo di 800 euro per ciascun alunno o studente.
  • Detrazione per l’affitto degli studenti fuori sede: 19% su un importo massimo di 2.633 euro.

La detrazione per le spese di frequenza è calcolata su un importo massimo di 800 euro per l’anno 2022 per alunno o studente. Questa detrazione non è cumulabile con altre detrazioni previste per erogazioni liberali a favore degli istituti scolastici.

In conclusione, è essenziale che i dipendenti siano ben informati sui benefici offerti dal welfare aziendale e sulle regole fiscali relative alle detrazioni per le spese scolastiche, in modo da poter massimizzare i vantaggi offerti da entrambi.