Leggi l’intervista ad Isabella Labate, Direttore Generale di Boston Group, sul ruolo della formazione professionale per migliorare le proprie competenze per affrontare in maniera più consapevole l’emergenza. Boston Group si occupa di formazione professionale a 360°. È un ente accreditato dalla Regione Lombardia per i servizi al lavoro e per la formazione e collabora con i maggiori fondi interprofessionali per la formazione, offrendo percorsi formativi.
Ruolo della formazione professionale: gestire l'emergenza, migliorando le proprie competenze
“Quello che stiamo vivendo è sicuramente un momento di rottura rispetto al passo e non è possibile adagiarsi perché sta cambiando tutto. Non si può fare niente come lo si faceva prima: sono cambiati i modi, i tempi, le modalità. Però, spesso per cambiare la risposta, è sufficiente spostare la prospettiva.
Sia le competenze professionali sia le competenze trasversali vanno aggiornate perché cambiano i tempi e con essi le dinamiche e le necessità lavorative. Occorre sviluppare una propria capacità di gestire il tempo, di lavorare in squadra, di risolvere i problemi e di darsi degli obiettivi. Tutto questo all’interno di una sensazione di benessere: essere produttivi e stare bene nello svolgere il proprio lavoro è indispensabile per ricoprire il proprio ruolo efficacemente.”
Formazione professionale: i nuovi paradigma per gli imprenditori
“Gli imprenditori stanno cominciando a capire che non si può più ragionare in termini di orario di lavoro ma bisogna ragionare per obiettivi e per produttività. Il livello di concentrazione cala progressivamente nell’arco di 8 o 12 ore di lavoro, per questo conviene lavorare produttivamente per 5 o 6 ore al giorno piuttosto che essere 12 ore al computer senza arrivare al risultato.
È un discorso che si può adottare su diversi livelli: se un dipendente è consapevole di poter rendere e di poter arrivare all’obiettivo richiesto dall’azienda, l’azienda deve essere in grado di chiedere degli obiettivi appropriati, quindi anche manager o imprenditori hanno bisogno di formazione per capire come gestire diversamente le risorse aziendali.”
“Questo, congiuntamente alle dinamiche legate allo Smart Working, permette di avere quello che chiamo un “tempo ritrovato”: tempo nuovo che nasce dal fatto che ci spostiamo di meno e che possiamo impiegare per attività di nostro interesse. Sarebbe saggio utilizzare questo tempo ritrovato per la formazione professionale e personale.
Faccio un esempio: un milanese tipico spende all’incirca un’ora e mezza o due ore ogni giorno per andare a lavoro e per tornare a casa. Due ore al giorno per cinque giorni equivalgono a 10 ore ogni settimana, ovvero una giornata in più il lavoro. Questo tempo potrebbe essere speso per la formazione, soprattutto ora che si lavora in Smart Working. Il 20% del tempo per la formazione in un’ottica di questo tipo può aver senso, a fronte del mantenimento di una produttività soddisfacente per tutti.”
Formazione professionale: ruolo di supporto del counseling
“Alcuni dei problemi di questi ultimi mesi sono stati anche la crescita del numero di persone depresse o che soffrono della sindrome della capanna o altre persone che non vogliono più uscire. È evidente che bisogna intervenire. Noi siamo partner di Bloom Group, un ente con cui abbiamo studiato un programma di counseling aziendale gratuito, che stiamo adesso proponendo a tutti i nostri clienti.
L’attività di counseling aziendale è dedicata a tutti quei lavoratori che, in qualsiasi modo, si sentono depressi, stanchi e svalutati o che hanno paura. Quindi un supporto dedicato al benessere psicologico e generale.
Quello che è successo quest’anno ha completamente sdoganato l’atteggiamento piuttosto ostile o poco attento alle modalità digitali per la formazione: se prima fare formazione a distanza veniva visto con poco convincimento, soprattutto nelle piccole aziende, adesso invece è fortemente richiesto e permette di fare formazione di tutti i tipi con una grande riscontro.
Occorre trovare un equilibrio, gestendo l’emergenza.”
Formazione continua: gestire l’emergenza con la formazione professionale
“Sotto quest’ottica occorre considerare tutto quello che ha impattato direttamente o indirettamente grazie allo smart working. Parliamo di trasformazione digitale in tutti i suoi aspetti, sia generici sia collegati alle nuove modalità di lavoro, come:
- Competenze digitali vere e proprie
- Analisi dei dati
- Intelligenza artificiale
- Innovazione digitale dei processi organizzativi e comunicativi
- Gestione del team
- Gestione del lavoro
- Evitare il burnout
Contestualmente, dedichiamo grandissimo spazio a tutti i corsi di formazione sugli aspetti relazionali e a tutti quei corsi professionali che hanno a che fare per esempio con il change management.”