La formazione del personale entra a pieno titolo nel welfare aziendale. Al giorno d’oggi un’azienda non può prescindere da essere anche una “learning organization”, cioè un luogo di formazione e crescita continua per i propri dipendenti. Attribuire centralità al capitale umano è imprescindibile per il raggiungimento di importanti risultati commerciali.
Inoltre la formazione è uno dei benefit più richiesti dai dipendenti proprio perché permette loro di acquisire soft e hard skill ed essere più sicuri nel loro lavoro. Questo instaurerà un circolo virtuoso per cui il lavoratore sarà più motivato, l’azienda più produttiva e quindi più incline a erogare welfare e così via.
Continua a leggere per scoprire come usufruire del welfare aziendale per fare formazione, i benefici per le aziende e come creare un percorso di formazione ad hoc.
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Perché fare formazione del personale in azienda
Come accennavamo la formazione del personale permette di migliorare la vita lavorativa dei dipendenti e quindi il clima aziendale e la produttività. Coinvolgere i lavoratori e fornire della formazione permette la crescita di quel sentimento di appartenenza che aumenta l’engagement e la fidelizzazione.
A volte sono i CCNL, cioè i contratti collettivi nazionali del lavoro, che obbligano le aziende ad erogare formazione ai dipendenti. In questo caso le aziende devono necessariamente trovare il modo di organizzare o delegare ad altre aziende il compito formativo. In alcuni casi inoltre potrebbe essere data la possibilità all’azienda di erogare voucher defiscalizzati per l’acquisto di materiali o per le tasse di iscrizione ai corsi.
Come usufruire del welfare aziendale per fare formazione
Il welfare aziendale comprende tutti quei beni e servizi che l’azienda eroga per migliorare la vita privata e lavorativa dei lavoratori. Comprendiamo quindi che tra questi ci sia a pieno titolo anche la formazione. Infatti tale benefit non solo aumenta il know-how dei lavoratori stessi, ma anche il benessere collettivo dell’azienda.
Oltre ad avere dipendenti più competenti, l’azienda potrà usufruire della tassazione di favore e delle agevolazioni del welfare per erogare formazione.
I benefici della formazione del personale per le imprese
Ecco alcuni vantaggi per le aziende che erogano formazione di qualità ai propri dipendenti:
- Incremento del benessere dei lavoratori e conseguente miglioramento dell’immagine aziendale.
- Maggiori competenze dei lavoratori che possono essere sfruttati dall’azienda per una crescita più rapida.
- Incremento della competitività dell’azienda stessa e maggiore innovazione.
- Aumento delle performance dei dipendenti grazie ad una maggiore fidelizzazione ed engagement.
- Aumento dalla produttività aziendale.
- Riduzione del turnover e maggiore employee retention. I dipendenti che si sentono motivati restano più a lungo all’interno di un’azienda.
- Miglioramento delle strategie di employee branding e maggiore attrattività per giovani talenti.
I benefici della formazione del personale per i dipendenti
Dal lato dei dipendenti ci sono altrettanti vantaggi:
- Accrescimento delle competenze settoriali sia per quanto riguarda le hard che le soft skills.
- Aumento del benessere e della felicità dei dipendenti.
- Miglioramento della soddisfazione in ambito lavorativo.
- Maggiore produttività e migliori performance con conseguenti bonus, aumenti e promozioni.
Cosa dice la normativa sulla formazione come benefit di welfare
In questo paragrafo risponderemo alle principali domande sulla normativa sul welfare aziendale e sulla formazione del personale.
A chi spetta il welfare aziendale
Il welfare aziendale, che comprende la formazione, può essere erogato potenzialmente a tutti i dipendenti. Secondo l’articolo 51 del TUIR (comma 2), il solo requisito che le aziende devono soddisfare per usufruire delle agevolazioni connesse al welfare è l’erogazione a categorie omogenee di dipendenti.
Tale dicitura significa che il welfare deve essere distribuito a tutti i dipendenti o a solo alcune categorie basate sul titolo, sul livello contrattuale, sul salario, sulla sede di lavoro o altri elementi distintivi come esigenze sociali e personali.
Normativa per il welfare e il benefit formazione del personale
In linea generale è il Testo Unico sulle Imposte sui Redditi, anche detto TUIR, che regola e legifera sulla fiscalità e sull’erogazione del welfare aziendale. In questo decreto sono presenti infatti le normative sull’agevolazione fiscale, i tetti massimi di esenzione ed anche quali sono i servizi e i beni che sono parte del welfare e che quindi non sono considerati reddito da lavoro dipendente.
Tra queste troviamo spese per trasporti, assistenza sanitaria per persone non autosufficienti, assicurazioni sanitarie integrative, voucher per spa e palestre e molto altro tra cui servizi e beni strettamente collegati alla formazione e all’istruzione dei parenti del dipendente stesso. Secondo la lista che si legge nel TUIR la formazione del dipendente stesso non rientrerebbe nel welfare ma in realtà non è così.
Leggendo nel dettaglio il TUIR, troviamo che il comma 1 dell’articolo 100 prevede che le somme usate dalle aziende e dai datori di lavoro possano essere detratte in conformità con la normativa anche in caso vengano usate per educazione, ricreazione ed istruzione. Seguendo inoltre il comma 2 (alla lettera f), vediamo che se questi beni e servizi vengono erogati (volontariamente o in conformità con i contratti di lavoro) a categorie omogenee di dipendenti e ai loro familiari, questi sono considerabili a pieno titolo “welfare aziendale”.
Riassumendo quindi secondo la normativa attuale quando un datore di lavoro eroga volontariamente della formazione del personale, le spese che sostiene possono essere dedotte perché non concorrono alla formazione di lavoro dipendente. Per lo stesso motivo esistono agevolazioni fiscali anche per i dipendenti.
Come organizzare un percorso di formazione del personale
Per definire un percorso di formazione adeguato e coerente con gli obiettivi dell’azienda, prima di tutto l’azienda stessa deve interrogarsi su alcune domande fondamentali: Quali lacune presentano i dipendenti? Su quale campo sono più competenti? Da che tipo di formazione potrebbero trarre beneficio?
Riflettere su questi temi vuol dire aver pensato bene ai bisogni dell’azienda e dei lavoratori. A seconda del momento, del periodo che l’azienda sta vivendo e dei lavoratori presenti le necessità possono variare ed è per questo motivo importante fare attenzione a scegliere i corsi giusti.
Per rispondere a queste questioni e progettare un percorso di formazione efficace, i manager responsabili dovrebbero prima di tutto scegliere su quale macro categoria di competenze (o skills) puntare.
A questo proposito facciamo una distinzione tra soft skills e hard skills. Le prime comprendono tutte quelle competenze che potremmo chiamare trasversali come ad esempio il problem solving o il team working o anche la mediazione. Le seconde invece riguardano specificatamente le competenze tecniche relative al lavoro del singolo lavoratore (come ad esempio l’utilizzo di un nuovo programma o macchina).
Presa la decisione su quali tipo di competenze l’azienda vuole puntare, bisogna analizzare tutte le altre criticità aziendali e altri bisogni specifici. Attraverso questionari o domande mirate, gli specialisti del settore possono ricavare informazioni preziose sull’azienda e sui suoi dipendenti.
Basandosi su questi dati si partirà con la progettazione della formazione che comprende la definizione di obiettivi didattici, con la ricerca dei materiali e la pianificazione di lezioni e lo stanziamento di un budget. Successivamente il progetto formativo inizia con la conseguente partecipazione dei lavoratori ai seminari, ai webinar, alle lezioni ecc.
Infine si avrà l’ultimo step: la valutazione. In tale fase verrà valutato sul breve termine il grado di competenze acquisite dei soggetti e sul lungo termine i benefici che l’azienda ha riscontrato. Questi dati serviranno per migliorare le azioni di formazione future.